Correva il 1500 d.c.
quando i Turchi, con il sultano Solimano il Magnifico, avevano
raggiunto l’apogeo del loro impero. La minaccia di invasione turca
era sentita in tutto il Mediterraneo e anche le coste italiche erano
sotto il continuo assedio dei Musulmani. In quel periodo storico,
Venezia, rappresentava la maggiore potenza navale Italiana e
sconfiggere quest’ultima sarebbe stato il presupposto per la futura
invasione della Penisola. Venezia era di fatto presente, nel
Mediterraneo Orientale, a Candia e a Cipro e preservava tali
territori con feudale consenso.
I turchi, i cui
tentacoli erano limitrofi la popolazione Cipriota, sostenendosi con
motivazioni di natura politico/religiosa, cominciarono ad attaccare
questa popolazione nel 1571, la quale, dopo una gloriosa resistenza
della guarnigione italiana cadde sconfitta e purtroppo soltanto a
Lepanto, dopo migliaia di carneficine, la spada dell’Islam fu
fermata grazie all’Intervento della flotta cristiana. (Non che le
Crociate non abbiano fatto le medesime carneficine, intendiamoci).
Le ragioni
dell’attacco di Cipro sono prevalentemente da ricercare nella
consuetudine turca di impegnare i bottini di guerra per costruire
Moschee appena un Sultano diveniva governatore di un popolo
conquistato. Poiche’, di fatto, i soldi per tale opera pia non
erano disponibili si decise che attaccando Cipro e utilizzandone il
relativo bottino si sarebbe potuto porre rimedio a tale mancanza. E
cosi’ fu…
Con un susseguirsi di
eventi, dopo 40 giorni di battaglia la piccola Cipro con il suo
avamposto italico soccombeva dinanzi l’impeto Turco.
Immediatamente, fu saccheggiata e il relativo bottino fu destinato
alla costruzione della Moschea.
Anno 2013 …La
piccola isola e’ di nuovo sotto attacco e il temuto tiranno ha il
nome di Euro. Oggi, la situazione economica di questo paese e’
devastata essendo necessari circa 17 miliardi di euro per evitare la
bancarotta. Alle sue spalle, le forti pressioni della Bce che
ritirera’ immediatamente le linee di assistenza creditizia
emergenziale alla banche cipriote qualora non verra’ definito un
piano efficace che eviti il default.
L’ipotesi balenata
per la salvaguardia della situazione e’ il prelievo forzoso dai
conti correnti ciprioti per circa 5.8 miliardi di euro prevedendo una
tassazione del 6.75% sui depositi al di sotto dei 100.000 euro e del
9.9% su quelli al di sopra di tale soglia.
Ma Cipro
resiste….accettando due rischi enormi che la sottoporrebbero a
perdite ben piu’ gravi. La cancellazione dei depositi non garantiti
(al di sotto dei 100.000 euro ) e il rischio di un’uscita del paese
dall’euro che dovendo stampare nuovamente moneta si trovera’
dinanzi il baratro della svalutazione e iperinflazione.
Nel frattempo e con
ogni arma a disposizione l’isola sta tentando di ottenere
l’intervento della Russia per l’estensione del credito fatto due
anni fa, tuttavia le trattative sono in stallo e i 10 miliardi che
verrebbero dall’Europa son bloccati e subordinati al reperimento di
quei sette restanti che dovrebbero pervenire dalla tassa sui
depositi.
…O bere o affogare…e
nel frattempo la Storia che con l’invasione Turca a Nicosia conobbe
un vero e proprio martirio si ferma per un secondo in equilibrio su
un filo a guradare le sorti di un popolo…
Buon Week End a Tutti
http://www.emergenza.net/default.aspx?pag=1647&nav=IT&lng=it-it&cnt=16895
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