lunedì 28 gennaio 2013

Animal Instinct


A volte il comportamento di una parte o di un gran numero di soggetti esce da modelli propriamente razionali per l'intervenire di fattori psicologici o per l'errata percezione delle informazioni a disposizione. - istinto gregario: tecnicamente è definito come la tendenza a seguire la massa e ad adattare il proprio pensiero all'opinione prevalente. Una buona regola per discernere se si è in presenza di questo fenomeno è di valutarne la diffusione a livello di mezzi di comunicazione. Quando di un argomento iniziano a parlarne i non addetti ai lavori è il caso di iniziare a preoccuparsi seriamente?.

- distorsione da autoattribuzione: gli esperti la definiscono la tendenza ad attribuirsi il merito di un evento favorevole anche se in realtà le cose non sono andate così. Questo fenomeno è pericoloso soprattutto per i neofiti dell'investimento: se la prima operazione va a buon fine si è portati a credere di essere dei maghi della finanza mentre probabilmente si è trattato di semplice fortuna; se associata a casi di istinto gregario la distorsione da autoattribuzione può diventare ancora più pericolosa perché colpisce di solito una platea più vasta e nello stesso intervallo temporale
 
 
- distorsione della rappresentazione: è definita come la tendenza a immaginare parallelismi fra eventi che appaiono simili ma che sono in realtà profondamente diversi.
 
- dissonanza cognitiva: gli psicologi la descrivono come la predisposizione ad ignorare le informazioni che non corrispondono alla propria visione del mondo. Questo fenomeno colpisce prevalentemente le persone più sicure di sé o comunque tutti quelli che si definiscono esperti in un determinato campo o settore e che, basandosi su modelli di analisi collaudati, si fidano ciecamente delle indicazioni di questi ultimi, ignorando le informazioni che provengono dal mondo esterno. Anche in questo caso viene in aiuto, a livello di esempio, l'esperienza della bolla Internet del 2000 quando, pur in presenza di un mercato in rapido deterioramento e di notizie di bilancio negative da parte delle società del settore, molti analisti continuavano ad emettere indicazioni di acquisto positive sulla gran parte dei titoli.


Questi comportamenti sono piuttosto generali e possono essere applicati agli investitori più o meno professionisti così come ad altri individui in contesti differenti (psicologia generale); entrando più nello specifico dei comportamenti in presenza di investimenti finanziari si segnalano invece:
- avversione alle perdite: nella psicologia dell'investitore medio è visto come estremamente negativo chiudere una posizione in perdita per questo si preferisce mantenere in portafoglio titoli anche con prospettive future negative invece di liquidarli. In questo caso il prezzo di acquisto diventa la discriminante delle decisioni future mentre in realtà solo i costi futuri (e differenziali) sono rilevanti ai fini delle decisioni di investimento. L'avversione alle perdite produce danni sul medio lungo periodo nel portafoglio degli investitori e, se associata alla dissonanza cognitiva vista prima, paralizza gli investitori impedendogli di vendere azioni che difficilmente sarebbero disposti a comprare.
 
- ancoraggio: è la tendenza delle persone, di fronte a decisioni complesse, di formarsi un numero o punto di riferimento sulla base del quale effettuare le proprie scelte. Può essere lo stesso prezzo di acquisto, per chi ha già i titoli in portafoglio; oppure si tende a prendere l'andamento passato di un'azione e un valore di questo (minimo, massimo, media di un periodo) come riferimento per le proprie decisioni. Di solito l'ancoraggio è più facilmente utilizzato da chi fa uso dell'analisi tecnica (con osservazione dei trend passati) con i relativi rischi di distorsione della rappresentazione visti in p re cedenza.
 
Tutto sommato rimaniamo degli animali e talvolta gli istinti ci portano a commettere errori soprattutto in ambito Finanziario....La ragione in Finanza e' l'unica salvezza.

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